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24 luglio 2025

Lettera della FLTI alla 63ª Assemblea Internazionale contro la Guerra dei marxisti rivoluzionari del Giappone

Genocidio e massacro sionista in Palestina...
Feroce controffensiva imperialista

A Los Angeles la classe operaia da battaglia

***

UCRANIA: abbasso il patto di occupazione e colonizzazione di Putin, Trump e Zelensky!
È ora dei consigli degli operai e dei soldati!

Alla 63ª Assemblea Internazionale contro la Guerra

Compagni dellla JRCL-RMF
Compagni Zengakuren
Compagni del Comitato Giovanile contro la Guerra

Compagni:

Dal Collettivo per la Rifondazione della IV Internazionale / FLTI salutiamo la vostra 63ª Assemblea Internazionale contro la Guerra.

Essa avrà luogo quasi due anni dopo l'inizio della guerra sionista di sterminio della popolazione palestinese a Gaza.
Milioni di lavoratori e giovani sono scesi in piazza in tutto il mondo per fermare questo massacro senza fine.
Gaza è il punto di partenza di un'offensiva sionista controrivoluzionaria, sotto il comando yankee, che si estenderà, come sta già facendo, a Iran, Siria, Libano e Iraq, per imporre ciò di cui l'imperialismo yankee ha bisogno: un "Grande Israele".
Questa offensiva genocida e fascista è stata avviata da Biden, e ora Trump la sta portando a termine.

Gli Stati Uniti cercano di riprendere il controllo diretto di tutte le "rotte petrolifere" nel Maghreb e nel Medio Oriente, perso con la sconfitta e il ritiro dall'Iraq nel 2008.
Il crollo di Wall Street, avvenuto nello stesso anno, segnò l'inizio di una crisi economica che si è estesa a tutto il mondo fino a oggi.

La perdita di controllo dell'economia globale da parte dell'imperialismo yankee in varie parti del pianeta si è manifestata apertamente in Medio Oriente nel 2011. Lì è iniziata una rivolta delle masse del Maghreb e del Medio Oriente, che ha minacciato di raggiungere Gerusalemme. L'imperialismo non aveva i meccanismi controrivoluzionari per intervenire direttamente. Si è servito di terze parti per fare il suo "lavoro sporco" e contenere questi enormi processi rivoluzionari.
Ad esempio, dovette rivolgersi alla Russia e alla stessa borghesia sciita del Libano e dell'Iran per sostenere il fascista Al Assad e reprimere e schiacciare nel sangue l'enorme rivoluzione siriana, causando più di seicentomila morti e quindici milioni di rifugiati.

Hanno deviato le lotte in Egitto, Tunisia, Algeria, ecc., attuando una perfida politica di collaborazione di classe, la cui massima espressione è stata la creazione di un cosiddetto "fronte antiterrorismo", che includeva tutta la sinistra stalinista e riformista mondiale, insieme alle potenze imperialiste sia d'Europa che degli Stati Uniti.

Compagni:
Dopo aver deviato e sconfitto quella favolosa ondata di rivolta di massa nel Maghreb e in Medio Oriente, gli yankee sono ora tornati in forze, cercando di riprendere il controllo diretto delle loro attività nella regione. Lo stanno facendo attraverso la loro portaerei terrestre, lo Stato di Israele, in Medio Oriente, dove viene prodotto l'80% dell'energia che si consuma nel pianeta.
Gli yankee stanno tornando nel mondo, questa volta vestiti da Trump, per riconquistare l'egemonia persa nella politica e nell'economia globale.
Trump ha lanciato una guerra commerciale, ma per avere successo deve riconquistare le sue aree di influenza e le sue fonti di materie prime, in particolare le "rotte del petrolio". È questo il punto della battaglia per Gaza, e l'imperialismo la sta combattendo con il suo agente diretto, il sionismo.

Il bilancio ad oggi è di oltre trecentomila palestinesi uccisi, dispersi e sepolti sotto le macerie a Gaza, su una popolazione di due milioni e mezzo. Gaza è afflitta da una carestia cronica, che minaccia di sterminare la maggior parte dei suoi abitanti. Migliaia e migliaia di donne, giovani e bambini vengono mitragliati ai posti di blocco sionisti quando viene annunciata la distribuzione di cibo.

Compagni:
La resistenza del popolo palestinese contro le forze dell'occupante fascista è feroce. Il sionismo, che ha il quinto esercito più potente al mondo, non è ancora riuscito a stabilire il controllo di Gaza, un territorio di 360 chilometri quadrati, dopo quasi due anni. La fanteria sionista non è riuscita a conquistare il territorio o le strade, né a rimanervi. Un'eroica guerra civile di massa sta affrontando l'occupazione casa per casa.
Così, l'offensiva militare del sionismo si sta trasformando in una guerra di sterminio: di demolizione, fame e terra bruciata.

Ma le masse non si arrendono. Con le pentole vuote, migliaia di bambini e donne scendono in piazza a Gaza, denunciando che Trump e il sionismo li stanno facendo morire di fame.
Le eroiche masse palestinesi non meritano di essere sconfitte. Meritano di trionfare.

La tragedia è che, a causa di enormi tradimenti, la loro eroica resistenza è rimasta accerchiata.
Come in ogni lotta nazionale contro l'imperialismo, vediamo la codardia e il cinismo delle borghesie native, socie minori dell'imperialismo.

Tutte le borghesie arabe, diciamolo chiaramente, stanno accerchiando Gaza.
In un patto di "non aggressione", Hezbollah in Libano ha deposto le armi. Lo stesso ha fatto la borghesia nell'Iraq meridionale. L'Iran, dopo aver promesso la "madre di tutte le battaglie" ed essere stato attaccato militarmente da Stati Uniti e sionisti, è rimasto in silenzio e avviato negoziati con l'imperialismo per il suo "disarmo nucleare".
Al-Jolani, in Siria, ha già stretto un patto con il sionismo per cedere il sud del Paese, al fine di soffocare una volta per tutte un nuovo assalto rivoluzionario di massa, che avrebbe dovuto rendere giustizia alle vittime del sanguinario Al-Assad... La borghesia del Cairo mantiene alto il muro di Rafah.
Ma non è la cosa peggiore. L'Autorità Nazionale Palestinese e l'OLP hanno brutalmente represso e schiacciato le rivolte della gioventù di Jenin e Nablus, che cercavano di andare a combattere al fianco dei loro fratelli a Gaza.
Si sono impegnati a esigere il disarmo della resistenza, ma l'imperialismo e il sionismo "non premiano i traditori". La Cisgiordania è stata appena "annessa" dal parlamento sionista allo Stato di Israele…

Il sionismo oggi attacca le masse di Gaza con i missili della fame. Il proletariato del Medio Oriente e a livello internazionale ha il potere di attaccare direttamente, in tutta la regione e in tutte le capitali del mondo, le imprese, le proprietà e il saccheggio delle compagnie petrolifere imperialiste, che si impossessano dell'"oro nero" e di tutte le sue ricchezze, custodite dai guardiani controrivoluzionari dell'imperialismo, del sionismo e di tutti i regimi e governi del Maghreb e del Medio Oriente.
I lavoratori hanno anche il potere di paralizzare la macchina da guerra dell'imperialismo yankee e del sionismo controllando aeroporti e porti. La classe operaia globale può paralizzare il pianeta per salvare i propri fratelli e sorelle a Gaza.

I sindacati palestinesi hanno rinnovato l'appello ai lavoratori di tutto il mondo affinché si mobilitino per fermare il massacro a Gaza. Istituire un Comitato Internazionale per lo Sciopero Generale attorno ai sindacati palestinesi è un compito urgente per impedire che si disperda l'enorme solidarietà che i lavoratori di tutto il mondo manifestano per la causa palestinese.
Chiamare le masse siriane che si sono opposte ad Assad e Putin a rompere con il governo di Al-Jolani e ad aprire un fronte contro il sionismo in Siria è ciò di cui le masse palestinesi hanno bisogno oggi.
Disobbedire a Hezbollah e porre in piedi il fronte militare libanese per rompere l'assedio di Gaza è il compito immediato di ogni combattente per la causa nazionale palestinese.
Scendere in piazza in Giordania, Iraq ed Egitto per rovesciare i governi lacchè dell'imperialismo e del sionismo è la strada già proposta dalle masse giordane, che chiamano ad aprire le frontiere per entrare e combattere il sionismo.
Non si può aspettare un altro minuto a disarmare l'OLP e armare il popolo palestinese della Cisgiordania.

La classe operaia del Medio Oriente e a livello internazionale ha la forza di fermare il genocidio. Ciò che le manca è la direzione che merita per condurla alla vittoria.

***

Compagni:
Gli yankee, vestiti da Trump, sono all'offensiva in tutto il pianeta. Con la loro guerra commerciale e le loro guerre di colonialismo e oppressione, cercano di riprendere il controllo dell'economia mondiale e della divisione del lavoro, che oggi rimane dislocata e in crisi.

Di fronte alla crisi yankee iniziata nel 2008, la Maastricht imperialista si chiuse in se stessa e creò il vasto mercato europeo attorno all'asse franco-tedesco e a un patto con la Russia come fornitore di materie prime a basso costo. Un vasto mercato regionale, dalle steppe russe al Portogallo, era in piedi.
Grazie a gas, idrocarburi, minerali e cibo a basso costo, le potenze imperialiste europee aumentarono la loro produttività del lavoro e si fecero strada in modo aggressivo nei vari settori produttivi dell'economia globale e nell'accaparramento delle fonti di materie prime in tutto il mondo semicoloniale.
L'imperialismo yankee non poteva permettere che dopo aver garantito, insieme alla City di Londra, la restaurazione del capitalismo nell'ex URSS e in Cina nel 1989, alla fine fossero la Germania e le potenze imperialiste europee, sotto la guida di Maastricht, a beneficiare dei frutti di questa vittoria imperialista.

La guerra in Ucraina, dove gli USA hanno fatto valere tutto il loro peso nella NATO, fu l'occasione per gli yankee di rompere il mercato europeo e dislocare l'asse commerciale imperialista di Maastricht con l'Europa orientale e la Russia.
Con l'abbraccio che vediamo oggi tra Trump e Putin, in qualità di "organizzatori del cessate il fuoco" in Ucraina, è fin troppo chiaro che la politica imperialista sia della NATO che dell'Unione Europea non era e non avrebbe mai potuto essere quella di sostenere la lotta di liberazione nazionale dell'Ucraina occupata, come l'imperialismo non ha mai fatto con nessuna nazione oppressa. Al contrario, il loro obiettivo non era altro che permettere alla Russia di indebolire militarmente l'Ucraina, spartirla e persino impadronirsi di una parte del suo territorio, ma "senza vincere la guerra".
Ecco di cosa si tratta nell'attuale "piano di pace": la Crimea e parte del Donbass per Mosca, e i minerali, le "terre rare", i terreni fertili, il gas e tutte le ricchezze dell'Ucraina per gli americani e il FMI.
Questo è il piano di Trump per spartirsi l'Ucraina con Putin e lasciarla come una colonia invasa e saccheggiata.

L'Ucraina dimostra ancora una volta che qualsiasi lotta di liberazione nazionale può trionfare solo sotto la guida della classe operaia e della popolazione povera del Paese oppresso, alleata con il proletariato internazionale.
Precisamente, il ruolo delle direzioni traditrici è stato quello di mettere la classe operaia mondiale dalla parte sbagliata della trincea della guerra nazionale ucraina e di condurre la lotta contro l'oppressione "Grande-Russa" e il saccheggio del FMI verso un vicolo cieco e verso lo smembramento della nazione e della sua classe operaia.
Un settore della sinistra riformista mondiale si è messo sui carri armati di Putin, che ha già diviso l'Ucraina e occupato una parte di essa, schiavizzando i lavoratori ucraini tanto quanto, se non peggio di quello che fanno, i "mandarini rossi" del Partito Comunista cinese.
Altri hanno creato l'illusione che, con il "gentile aiuto" dell'imperialismo statunitense e dell'Unione Europea, avrebbero potuto trionfare contro Putin. Niente di più sbagliato... La Maastricht imperialista ha bisogno di colonizzare i popoli dell'Est, dell'ex Patto di Varsavia, i Balcani e persino la Russia stessa, per uscire dalla crisi e dalla stagnazione in cui si trova il suo capitale finanziario, proprio come l'imperialismo yankee.

Compagni:
Nulla è ancora deciso nella guerra in Ucraina. Decine di migliaia di lavoratori e settori popolari si sono sollevati e stanno scendendo in piazza nelle principali città di quella nazione oppressa. La questione ucraina è ancora lontana dall'essere risolta a favore dei carnefici dei popoli oppressi.
In Ucraina, coloro che hanno veramente combattuto l'occupazione russa stanno entrando in azione. Stanno iniziando a far sentire la loro voce. Sono i soldati semplici che marciano verso Kiev per denunciare la codardia e ogni tipo di furto commessi dai loro ufficiali in prima linea. Sono i lavoratori e le loro organizzazioni che manifestano, denunciando il furto operato dal governo sepoy di Zelensky, che ha fatto credere al popolo ucraino che, mano nella mano con la NATO e i banditi imperialisti, avrebbero sconfitto Mosca.
I lavoratori e il popolo sono scesi in piazza in Ucraina in una vera e propria ribellione contro gli attacchi diretti alla classe operaia, alla libertà di espressione e alle libertà democratiche da parte di un governo che deve inasprire il suo approccio nei confronti del popolo perché si prepara a consegnare tutta la ricchezza dell'Ucraina all'imperialismo. E questo non sarà raggiunto pacificamente.
Bisogna dire la verità ai lavoratori ucraini: dal governo di Zelensky, dagli ufficiali dell'esercito e dai suoi banditi filo-imperialisti verranno generali assassini come quelli di Mosca per consegnare un'Ucraina divisa e tutte le sue ricchezze all'imperialismo.

Compagni:
Bisogna dire alle masse la verità: solo un governo di consigli di operai e soldati può condurre la lotta nazionale alla vittoria.
Per sconfiggere Putin e impedire un patto di resa della nazione ucraina, è tempo che Zelensky e i suoi banditi oligarchi, lacchè dell'imperialismo, se ne vadano.
È tempo di istituire comitati di lavoratori e soldati ucraini, sia a Kiev che nelle zone occupate da Mosca, con le seguenti parole d'ordine: fuori le truppe d'invasione, fuori il FMI, espropriare gli espropriatori del popolo, per conquistare salari e lavoro dignitoso e porre fine alla repressione e al massacro di chi sta in basso (alla base della piramide sociale, ndTrad).

È tempo di istituire un governo dei consigli di operai e soldati, che avrebbe la possibilità di espropriare senza indennizzo le multinazionali imperialiste, le banche, il gas, le miniere e le aziende degli oligarchi, parassiti del popolo ucraino, per ottenere fondi per acquistare armi.
Un governo dei consigli di operai e soldati disconoscerebbe tutti i debiti con il FMI e con la Maastricht imperialista.

Un governo sovietico basato sull'armamento del popolo e sulla democrazia diretta, porrebbe rapidamente in piedi la classe operaia europea in suo aiuto. Inoltre, susciterebbe un'ampia simpatia tra i lavoratori russi, che a centinaia di migliaia si rifiutano di andare a morire sul fronte ucraino per Putin e la sua banda di assassini e oppressori del popolo.

I lavoratori d'Europa e della Russia devono ripudiare il trattato di sottomissione che Trump e Putin vogliono imporre alla nazione ucraina.
Le parole d'ordine non possono che essere:
Nessun negoziato segreto!
Che la Russia torni ai suoi confini pre-invasione!
Dobbiamo rompere con il FMI!
Espropriare gli oligarchi ucraini e le multinazionali imperialiste!
Ucraina sovietica e indipendente!

La classe operaia dei paesi imperialisti ha l'obbligo di contrastare questo patto infame tra Stati Uniti, NATO, Putin e la Maastricht imperialista. Questa è una forma di autodifesa. La schiavitù della classe operaia ucraina e la sua sconfitta nazionale apriranno una notte oscura per tutte le nazioni oppresse d'Europa, come quelle dell'ex Patto di Varsavia o le ex repubbliche sovietiche, che le potenze imperialiste saccheggiano e espropriano.
Un Putin che si impadronisca delle terre dell'Ucraina martoriata arriverà mille volte più forte a schiacciare la classe operaia russa e i popoli che opprime, in qualità di guardiano degli affari dei capitalisti in Eurasia.

***

Compagni:
Il futuro immediato del proletariato internazionale si sta definendo nelle battaglie per l'Ucraina e la Palestina.

Le controversie interimperialiste si esacerbano. L'imperialismo yankee non può più tollerare nemmeno l'esistenza dei BRICS, dove potenti borghesie native, come quelle di Cina, India, Brasile e la stessa Russia, cercano di avere una politica indipendente all'interno dell'economia mondiale.
Il grande business delle armi e della guerra è già diffuso in tutto il pianeta.
La Germania sta uscendo dalla crisi investendo mille miliardi di dollari in armi.
Inghilterra e Francia stanno modernizzando le loro forze armate e unificando i loro arsenali nucleari, prendendo di mira Mosca. È emerso un nuovo asse in stile Prima Guerra Mondiale, pronto a competere con gli USA nel loro percorso verso la Russia.
La lotta interimperialista sta diventando sempre più acuta e critica in Europa e nell'Atlantico.

Nel frattempo, nel Pacifico, gli yankee hanno appena firmato un accordo e un patto per la loro guerra commerciale con il Giappone, trattandolo come un lacchè, prendendolo "sotto la propria ala" per attaccare insieme la Cina.

***

Compagni:
IL PROLETARIATO NON HA ANCORA DETTO L'ULTIMA PAROLA: LA CLASSE OPERAIA INTERNAZIONALE APRE UN NUOVO FRONTE NELLA BATTAGLIA DI LOS ANGELES.

L'imperialismo yankee ha un "tallone d'Achille": non è riuscito a sconfiggere la propria classe operaia. Né ci sono riuscite le potenze imperialiste di Maastricht. Questo impedisce all'imperialismo, per ora, di lanciare offensive belliche più ampie.

Trump, la cui offensiva globale rivaleggia con quella di Hitler, non è ancora in grado di imporre completamente negli Stati Uniti un regime bonapartista che strangolerebbe la classe operaia americana.
Lanciò la sua prima offensiva contro i migranti ispanici. Dichiarò loro guerra.
I lavoratori hanno risposto con enorme solidarietà, dando così inizio alla Battaglia di Los Angeles. Negli USA vivono trenta milioni di operai ispanici. Svolgono i lavori peggiori e più sacrificati. Raccolgono i raccolti, costruiscono gli edifici, puliscono le strade…
Insieme ai giovani anti-imperialisti e filo-palestinesi e alla popolazione nera di Harlem, si sono ribellati alla Guardia Nazionale e ai Marines di Trump in feroci scontri di strada.

Compagni:
La Battaglia di Los Angeles è una battaglia di tutta la classe operaia latinoamericana contro l'imperialismo, che prepara nuovi massacri e genocidi per le fonti di materie prime in America Latina, come già lo faceva con le feroci dittature militari degli anni ’70.
Oggi sono ben lontani dall'aver raggiunto quell'obiettivo. Dall'Alaska alla Terra del Fuoco, la classe operaia non si è arresa.

Né la battaglia di Los Angeles, né la battaglia di Gaza, né la battaglia dell'Ucraina hanno terminato di scrivere i loro capitoli finali... Questa è una guerra di classe in pieno svolgimento e sviluppo.
Le forze per sconfiggere e fermare l'offensiva controrivoluzionaria imperialista sono già nelle strade e sono tutt'altro che esaurite. Questa è l'unica alternativa per bloccare la strada alla guerra e aprire quella della rivoluzione.
L'alternativa ferrea sempre più vicina non è altro che il socialismo o la guerra.

Ciò che impedisce il coordinamento di queste battaglie e l'apertura di nuovi fronti del proletariato mondiale è l'accumulo eccessivo di direzioni traditrici che, a livello internazionale, disperdono le lotte della classe operaia, la dividono e ne vanificano le offensive.
Oggi stalinisti, socialimperialisti, liquidatori del trotskismo e altri rinnegati del marxismo sono raggruppati nella cosiddetta “Internazionale progressista”.
Qua e là, sottomettono la classe operaia a varie bande borghesi, che descrivono come "progressiste", "democratiche" o "antimperialiste", quando tutte non sono altro che vari strumenti dell'imperialismo, come lo sono il fascismo e il bonapartismo, per mantenere il suo dominio e ingannare e sconfiggere le masse.
È stato Biden, il "progressista" con cui la sinistra riformista ha detto che bisognava affrontare Trump, che, insieme a Netanyahu, ha organizzato il mostruoso genocidio contro le masse palestinesi. Trump arriva per completare la sua opera.
Quelli che queste direzioni chiamano "imperialismi democratici" o "borghesie progressiste" non sono altro che coloro che legano le mani alle masse affinché il boia fascista possa sferrare un colpo decisivo. L'uno non può funzionare senza gli altri.

La lotta per stabilire una strategia proletaria indipendente affinché la classe operaia, attraverso il metodo della rivoluzione, possa trovare una via d'uscita dalla crisi è un compito indispensabile per conquistare la vittoria.
Si tratta di affrontare da un lato le perfide politiche collaborazioniste di classe dello stalinismo e del riformismo, dall'altro il volgare pacifismo che nega alle masse il diritto all'autodifesa e ad armarsi per affrontare le forze controrivoluzionarie della borghesia.

Non c'è tempo da perdere.

La necessità di fondare un movimento internazionalista rivoluzionario dell'avanguardia del proletariato mondiale e delle sue organizzazioni che si dichiarano marxiste rivoluzionarie è il compito del momento.

La lotta consiste nel centralizzare un programma e una politica d'azione che consentano al proletariato di colpire l'imperialismo come un solo pugno.
Bisogna riportare al centro della battaglia della classe operaia internazionale la sua lotta per la rivoluzione operaia e socialista. Senza rivoluzione né la guerra né i genocidi in corso possono essere fermati, né le battaglie della lotta di classe possono essere vinte.

Per i lavoratori si tratta di una questione di vita o di morte, poiché chi paga e pagherà le guerre commerciali, gli aumenti tariffari e gli ingenti investimenti in armi è e sarà la classe operaia con le sue conquiste.

Per sconfiggere l'imperialismo, l'unica via è la rivoluzione. Viva l'internazionalismo militante!

Viva la classe operaia che combatte nella battaglia di Los Angeles, nella resistenza palestinese, nell'Ucraina occupata! La sua lotta è la lotta dell'intera classe operaia mondiale!

James Sakala (WIL, Zimbabwe), Juan Sánchez (LSTI, Bolivia), Abu Muad (La Verità degli Oppressi, Medio Oriente), Raúl P. (LSTI, Perú), Villacorta (LOI-CI, Argentina), Cheo Navarro (Utopia la Parola, Colombia), Giovanni Alberotanza (Avanzata Proletaria, Italia), Hugo L. (CROJA, Brasile)

CCarlos Munzer e Milenka López del Consiglio Editoriale del periodico “L’Organizzatore Operaio Internazionale”

 


60° Assemblea Internazionale Antiguerra (2022)

 

 


Giugno 2025: mobilitazione dei marxisti rivoluzionari del Pacífico alla ambasciata di USA e Russia a Tokio, Giappone, contro la guerra in Ucraina e il genocidio perpetrato dal sionismo a Gaza

 

 


Manifestazione dei compagni della JRCL-RMF e della gioventù Zengakuren a Osaka, Giappone, nel giugno 2025 contro l'attacco di sionismo e USA all'Iran e in appoggio alle masse palestinesi

 

 


Massacro del sionismo e degli yankee a Gaza

 

 


Centinaia di migliaia di palestinesi sono sepolti sotto le macerie a Gaza

 

 


Il sionismo impone carestia generalizzata in tutta Gaza

 

 


Le masse palestinesi assediate per fame cercano alimenti nella Striscia di Gaza

 

 


Trump e Netanyahu, criminali di guerra

 

 


Mobilitazione negli USA contro l'assassino Trump e in appoggio alle martirizzate masse palestinesi di Gaza

 

 


La gioventù pro-palestinese d’Italia scende in strada a Milano contro il genocidio perpetrato dal sionismo a Gaza

 

 


Carri armati russi invadono l’Ucraina

 

 


Ucraina distrutta dai bombardamenti del macellaio Putin

 

 


Zelensky e Trump alla Casa Bianca

 

 


Decine di migliaia di lavoratori e settori popolari scendono in strada nelle principali città d’Ucraina

 

 


Mobilitazione della classe operaia e del popolo impoverito d’Ucraina

 

 


Si sollevano i lavoratori e il popolo ucraino

 

 


La Battaglia di Los Angeles

 

 


Le masse si scontrano con la Guardia Nazionale a Los Angeles

 

 


Sollevazione degli operai ispanici a Los Angeles

 

 


"Fermate la pulizia etnica a Los Angeles e in Palestina"

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